ALCUNE COSE ANCHE TROPPO NOTE … SE GIÀ LE SAI!



Brodo, scrematura - Il brodo di dado non ha mai dato questi problemi (a parte il fatto che, salvo introvabili confezioni, contiene glutammato forse dannoso alla salute!) … ed oggi ci sono anche confezioni tetrapak di brodo pronto (care ed eccessivamente ingombranti a nostro avviso! Quello che pagate in effetti sono i costi di stoccaggio e distribuzione … produrlo costa meno dei dadi!), ma quando fate un bollito allora disponete di un brodo con i fiocchi, ma va “ripulito”. Le operazioni sono due: togliere i residui in sospensione (foglie di alloro e particelle varie) e lo si fa da caldo banalmente travasando con un grosso colino; togliere il grasso (di solito eccessivo e sgradevole nell’utilizzo finale) e per farlo è necessario che il brodo si raffreddi completamente (meglio in frigo, specie d’estate: ma non mettetelo in frigo ancora caldo!), a questo punto vi ritroverete in superficie (i grassi galleggiano sull’acqua del brodo) una crosticina giallastra che sarà facile asportare con una schiumarola (quell’ampia spatola a conca con forellini o a griglia fitta) e buttare nell’umido della pattumiera.

Cipolle: soffritto - Togliete alle cipolle lo strato esterno di copertura, eliminate cima e fondo, tagliatele in due ed eliminate l’eventuale anima del germoglio se troppo verde e poi affettatele piuttosto fini su un tagliere (oppure per grandi dosi - una frittata di cipolle per esempio - utilizzate un robot da cucina con l’apposito disco per affettare). In una padella, magari di ceramica, mettete un paio di cucchiai di olio extra vergine, scaldate appena e mettete le cipolle separandone bene gli archetti fra loro utilizzando un cucchiaio di legno. Fuoco medio, muovetele ogni tanto, finché non diventano uniformemente ben colorite (evitate di bruciarle).

Cipolle al forno o bollite - Se occorre cuocere al forno delle cipolle, da usare poi, per esempio, con la bagna cauda, occorre semplicemente pulirle appena dello strato più secco e sporco esterno, posarle su una teglia bassa e metterle in forno caldo sui 160° per circa 30’, si servono poi togliendo un ulteriore strato dopo cotte. Se invece vi occorrono bollite buttatele in acqua bollente (non serve salarla) per 20’ intere e con lo stesso tipo di pulizia suggerito per quelle al forno, oppure 10’ già ben pulite di tutti gli strati da scartare e tagliate a metà orizzontalmente (è la cottura richiesta per fare le cipolle ripiene).

Flambé (dare fuoco ad un liquore!) - Non è mica così facile far prendere fuoco ad un liquore (che comunque deve essere sui 40° o più!) … il trucco è scaldarlo prima, di solito nel tegame stesso di cottura (lo si versa al momento giusto, si alza un poco la fiamma ed in un pochi secondi siete a posto) e poi piegando la padella fino a lambire il bordo fate prendere fuoco direttamente dalla fiamma del fornello che avrete alzato per questa occorrenza (oppure usate l’accendino con qualche attenzione!).  Qualche avvertenza … tenete a portata di mano un giusto coperchio (per spegnere l’eccesso di fiamma eventuale! La fiamma non dovrebbe mai superare i 30/40 cm.), evitate di avere sulla verticale della fiamma oggetti infiammabili (capelli, lampade, cappe unte …!), muovete in continuazione la preparazione se volete che la fiamma bruci di più, usate padelle con il manico lungo per facilità di manovra, ma non abbiate timori: è un’operazione abbastanza facile e naturalmente di grande effetto! Certo anche l’incendio della casa è di grande effetto …

Pan cassetta imburrato - Se preparate una cena e volete favorire i vostri ospiti nello “sbafare” paté, salmone affumicato o trota cruda aromatizzata con le classiche fette di pan carré, ma già imburrate, potete prendere un pan carré chiaro (già affettato o da affettare: in quest’ultimo caso dovrete farlo voi! Alcune panetterie forniscono, su richiesta, squisiti pan carré artigianali molto più buoni ed è abbastanza facile affettarli con il coltello giusto e ben affilato). Applicate con un coltello (con garbo altrimenti strappate la mollica!) due striscioline di burro su ogni fetta (alternando la direzione di 90°) e riunite tutte le fette ricostruendo il pancarré, legatelo morbido con uno spago per tenerlo insieme (altrimenti usate due mattoni come fermalibri!) e passatelo poi in forno caldo (140°) su una teglia bassa (disteso orizzontalmente come i libri in una libreria ...) per 25 / 30 minuti calcolandoli giusti giusti per arrivare in tavola quando servono (il burro si scioglierà e si spanderà bene sulle fette che potrete servire ancora calde in un canestro con un tovagliolo sotto): andranno a ruba!

Panna montata - Il trucco per farla facilmente è nell’utilizzare panna, ciotola e fruste ben fredde! Inoltre lo zucchero a velo (il solo da utilizzare) va aggiunto alla fine.

Pasta frolla - 500 gr. farina bianca + 150 gr. burro + 300 gr. zucchero + 1 uovo intero + 2 rossi + scorza limone grattata (usate limoni non trattati con pesticidi o altre schifezze in superficie: sono venduti in confezioni apposite) + 2 presine di sale: impastare bene (il burro va prima lasciato fuori frigo perchè si ammorbidisca, ma non fatelo mai sciogliere in un pentolino sul fornello ... vi rovinerebbe l'impasto!) e lasciare riposare per circa mezz'ora. (potete utilizzare i bianchi d'uovo avanzati per pennellare la torta prima di infornare per rendere la superficie più lucida e croccante a cottura ultimata)

Pastella per friggere (fiori di zucca, ecc.) - frullare farina, birra, uovo ed un pizzico di sale fino ad ottenere la densità voluta. Ma il vero trucco consiste nell’utilizzarla freddissima (dal frigo o, ancora meglio, dal freezer … se vi ricorderete di toglierla prima che solidifichi!).

Patate intere bollite (lesse) - Lavate con uno spazzolino le patate lasciando la buccia, mettetele in acqua fredda salata e fatele cuocere piano piano contando il tempo da quando bolle (circa 40’ - parliamo di patate medie della dimensione di una pallina da tennis). La qualità della patata e la dimensione possono variare notevolmente la cottura (si può capire il grado infilando una forchetta: se incontra resistenza verso il centro lasciatela un po’ di più). Si utilizzano poi spellate (è facile!). Talvolta sono così buone che si apprezzano meglio senza condimento … ricordate Carlo Delle Piane nel film “regalo di natale”?

Patate intere al forno (o alla brace) - Lavate bene le patate come sopra, avvolgetele con della carta stagnola una ad una, mettetele nel forno caldo a 160° per tre quarti d’ora / un’ora circa (se avete il camino, una stufa o un fuoco all’aperto, con molta cenere e brace potete seppellirle nella cenere e brace. La tempistica è la stessa o poco meno, ma non c’è problema: al massimo cuociono un po’ troppo di fuori, ma restano anche più profumate nell’interno! Nella cenere potete metterle anche senza la stagnola: dovrete scartare poi la crosta esterna bruciacchiata naturalmente). Sono ottime mangiate con pezzetti di burro che si scioglie al calore della patata ed un pizzico di sale!

Patate fritte - Lavate e pelate le patate nuove (significa fresche di raccolto e non “novelle” che è un formato di patata piccolino!), tagliatele a “spicchi” della misura gradita (non più spessi di 1 cm.: anche meno!). A questo punto a noi fu detto di metterle a bagno nell’acqua per una mezz’ora, poi asciugarle e friggerle … e ben di rado ci vengono bene! In Grecia, dove le fanno benissimo, le friggono invece subito appena tagliate senza tanti fronzoli! Comunque vanno fritte in olio di oliva non extravergine a temperatura alta. Muovetele un poco e quando hanno preso un bel colore scolatele (con la schiumarola o con l’apposita vaschetta nelle friggitrici) e mettetele su carta del pane rovesciata per lasciare l’olio in eccesso. Salate e servitele. (abbiamo relegato la ricetta in questa sezione “minore” perché in questo caso siamo gli ultimi della classe e, dopo 50 anni di tentativi, non abbiamo certezze da darvi … e questo libro riflette le nostre esperienze!). Pur nella nostra incapacità evitiamo del tutto di utilizzare quelle surgelate già tagliate e parzialmente fritte.

Riso pilaf - Ricetta antica … oggi con i risi parboiled si va perdendo! Ottimo accompagnamento di tante pietanze difficili. Ogni 100 gr. di riso (parliamo di riso comune squisito italiano tipo Arborio, non parboiled) 160 cc. di acqua salata e bollente. Dose abbondante per una persona: non eccedete comunque nei multipli, sarebbe necessario un tegame sempre più largo per non avere uno strato troppo spesso in cottura! Scaldate il forno a 180°. Preparate in un pentolino a parte la giusta quantità di acqua bollente già salata. In un tegame basso e largo che possa andare in forno con il suo giusto coperchio (niente manici in plastica o legno!) mettete un filo di olio extravergine e fate soffriggere brevemente a fuoco vivo il riso. Aggiungete tutta l’acqua bollente salata, date una rapida rimescolata, coprite ed infornate subito. Non toccate più nulla! Dopo 17 minuti togliete dal forno, aggiungete un po’ di burro “sgranando” il riso con un cucchiaio. Si serve caldo (raramente freddo) come accompagnamento di pietanze succose o pesce al forno se proponete anche, in quest’ultimo caso, una ciotola con olio, prezzemolo ed aglio tritati, sale: ben mescolati tra loro.

Risotto avanzato - Quando avanza del risotto (di qualunque tipo) potete fare un ottimo “tortino”. Mescolate bene il risotto avanzato con un uovo (o più se è molto) ed un po’ di sale (quanto occorre per salare l’uovo ed un poco oltre … giacché il risotto avrà perso nel frigo sapidità). In una padella mettete una piccola noce di burro con pochissimo olio, scaldate ed aggiungete l’impasto del risotto spatolando per farne un tortino uniforme. Tenendo il fuoco basso cercate di evitare che attacchi al fondo … dopo 7/8 minuti fatelo scivolare su un coperchio piatto aiutandolo a staccarsi dal fondo (in su resterà la faccia ancora non cotta). Posate un momento il coperchio da parte (su una pentola vuota per evitare che il manico del coperchio determini un’inclinazione del piano) pulite rapidamente il fondo della padella alla meglio da eventuali incrostazioni con la spatola, rimettetela sul fuoco con un poco di burro ed appena si è sciolto colatelo sulla faccia del tortino ancora da cuocere, copritela con la padella rovesciata e con una manovra congiunta coperchio/padella rovesciate decisamente il tortino nella padella! Alzare un poco il fuoco, agitate la padella per far muovere il tortino … due o tre minuti ed è pronto. Servitelo con del Parmigiano grattato (salvo sia un risotto con pesce!).

Uovo sbattuto - Rompete le uova battendo con deciso garbo un lato (diciamo l’equatore!) sul bordo di una ciotola e con i due pollici divaricate i due semigusci e versate rosso e bianco nel contenitore stesso. Con una forchetta sbattete le uova con vivacità facendo un movimento circolare dall’alto in basso: il solo scopo ovviamente è di rompere e mescolare bene rossi e bianchi! Per una frittata di 6/8 uova noi usiamo il robot che amalgama certo meglio il tutto!

Uovo: isolare il rosso - Per prima cosa decidete bene dove metterete il rosso e dove il bianco …! Poi rompete l’uovo sul bordo del contenitore per il bianco, apritelo con due mani inserendo i pollici nella fessura avendo però l’accortezza di tenere al di sotto il semiguscio uscito meglio dalla rottura, lasciate colare il bianco, svuotate bene l’altro semiguscio e usatelo per versarvi dentro il rosso che sarà ancora frammisto ad un poco di bianco … forse occorrerà fare ancora una volta lo stesso travaso e dovreste avere isolato il rosso da mettere dove necessario (qualche minimo residuo di bianco non ha mai creato problemi a nessuna ricetta!). Qualche pasticcio le prime volte è da mettere in conto … anche i più esperti sbagliano qualche colpo!

Uovo: a la coque, barzotto, sodo - In un pentolino con dell’acqua fredda immergete le uova senza che abbiano troppo spazio (per evitare che si urtino troppo tra loro quando l’acqua bolle), accendete il fuoco e, dal momento che l’acqua fa le prime bollicine, contate da 3 a 8 minuti a seconda che vogliate l’uovo a la coque 3/4 minuti (bianco sodo sull’esterno, rosso caldo, ma liquido e non cotto), barzotto 5/7  min. (bianco sodo e rosso con il centro ancora umido), sodo 7/10 min. I tempi variano ovviamente a seconda della dimensione dell’uovo ed un poco anche se erano in frigo o fuori.

Uovo all’occhio di bue (detto anche in tegame o al piatto) - In un padellino mettete un po’ di burro a rosolare (con una goccia di olio) e buttate il solo bianco dell’uovo. Inclinando la padella favoritene l’allargamento. Giratelo con una paletta, quando è quasi bello fritto anche da questa parte mettete al centro del bianco il rosso e spegnete (così si scalderà appena, ma non solidificherà tipo uovo sodo …). Servite subito salando il giusto (personalmente spalmo poi il rosso sul bianco e salo dopo).


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